Intolleranza al lattosio: ci sono varie scuole di pensiero
Intolleranza al lattosio e le varie scuole di pensiero
Parlando dell’intolleranza al lattosio, rispetto a latte e latticini assistiamo oggi a due posizioni contrapposte, da un lato si promuove questi alimenti come fonte privilegiata di calcio e si consiglia di aumentare l’uso di questi soprattutto nella donna in menopausa per contrastare l’osteoporosi.
Altre scuole di pensiero accusano questo alimento di causare danni nefasti, questi prodotti sarebbero causa di infiammazione cronica e quindi indirettamente responsabili di tumori e in generale di alterazioni del metabolismo intestinale.
In realtà anche in questo caso le indicazioni del nutrizionista saranno diverse a seconda dell’età della variabile genetica e soprattutto dello stato della flora intestinale del paziente. Perciò alcuni soggetti specie dopo terapie antibiotiche o malattie virali che hanno alterato l’equilibrio intestinale dovranno eliminare dalla loro dieta latte e latticini.
Alcune notizie e un po’ di storia
In soggetti con apparato intestinale normofunzionante e in cui si valuta una buona flora batterica e si evidenzia una permanenza della lactasi in età adulta, piccole quantità di latte e latticini possono rappresentare una fonte ideale di grassi, proteine e calcio. Anche in questo caso è compito di un preparato nutrizionista scegliere la strategia nutrizionale più adeguata.
La storia del latte e dei latticini è legata alla storia dell’uomo da tempi remotissimi. In età preistorica, gli uomini europei non consumavano latte. Già 8000 anni fa, le popolazioni della Mesopotamia allevavano animali lattiferi e già allora gli uomini cercavano di utilizzare e di lavorare il latte a fini alimentari. Le scoperte archeologiche confermano dunque che gli antichi consumavano sia il latte che il formaggio, ma non è tuttora chiaro in che modo l’uomo sia riuscito a scoprire la cagliata e, di conseguenza, a produrre formaggio.
Secondo i medici antichi, il latte animale non era alimento appropriato per l’uomo: Ippocrate e Galeno lo consigliavano solo per uso medicinale, sottolineando i numerosi pericoli del latte sotto il profilo alimentare. Non si parlava ancora di intolleranza al lattosio, ma questo era facilmente spiegabile se consideriamo il quadro geografico, dove la cultura greca e latina si era sviluppata, e cioè l’area del mediterraneo dove le condizioni ambientali erano sfavorevoli al consumo di un prodotto delicato e deperibile come il latte.
Al contrario, i popoli del Nord vengono descritti dagli autori antichi, non senza stupore, come consumatori abituali di latte animale. Nell’Antichità e nel Medioevo il latte per eccellenza era quello di pecora (o di capra). Fino al tardo Medioevo e ai primi secoli dell’Età moderna l’allevamento bovino ebbe un ruolo piuttosto marginale.
Isidoro di Siviglia, nel VII secolo, introducendo il capitolo sugli animali nella sua enciclopedia fa una distinzione fra due categorie di animali, «quelli che servono ad alleviare la fatica dell’uomo, come i bovini e gli equini, e quelli che servono a nutrirlo, come gli ovini e i suini». I bovini servono a tirare carri e aratri, non certo a produrre il latte.
Diagnosi e soluzioni per l’intolleranza al lattosio
Oggi la maggior parte dei nutrizionisti limita l’assunzione di latte e latticini in età adulta e utilizza lo studio della Lactasi e il Breath test al lattosio per capire la predisposizione genetica del soggetto e se in realtà il latte non viene correttamente assorbito dalla mucosa intestinale.
Una volta confermato che il latte di mucca deve essere eliminato o ridotto, si utilizzeranno prodotti diversi come latte di riso, latte di mandorle, latte di soia o latte delattosato (trattato preventivamente con lactasi) e si elimineranno o ridurranno nella dieta latticini e formaggi. Alcune aziende propongono linee apposite per intolleranti, senza contare i numerosi prodotti di origine vegetale. Pertanto, la scelta è davvero ampia.
Si ricorda che yogurt e parmigiano possono essere in genere utilizzati perché privi di lattosio e quindi sicuri per chi soffre di intolleranza al lattosio. Nello yogurt la fermentazione lo trasforma in acido lattico, nel parmigiano scompare con la stagionatura.
[…] La teglia di peperoni e mozzarella al forno è una pietanza ricca di sapori e colori. D’altronde, la lista degli ingredienti è lunga e propone abbinamenti davvero particolari, tutti azzeccati. La ricetta è molto semplice, come quasi tutte le pietanze al forno del resto, e si fregia soprattutto della presenza della mozzarella, che lega tutti gli alimenti e migliora la consistenza del prodotto finale. Per quanto concerne la mozzarella, potete non rinunciarvi nemmeno se si soffrite di intolleranza al lattosio. […]
[…] E’ anche più grasso, va detto, ma in genere si opta per dosi molto inferiori rispetto a quelle assegnate al burro standard, proprio in virtù della sua efficacia in fase di cottura. Infine, è completamente privo di lattosio, dunque può essere consumato anche da coloro che soffrono di intolleranza a questa sostanza. […]
[…] biologici. Facendo così, potrete offrire ai vostri ospiti un’insalata con noci, pere e formaggio di capra perfetta sotto ogni punto di vista… Fatemi sapere come è […]
[…] D’altronde, sono sufficienti solo 20 grammi di burro chiarificato per un’omelette che dovrebbe bastare per 10-12 tacos. Un’altra caratteristica positiva è l’assenza di lattosio, sicché questo tipo di burro può essere consumato senza alcun timore dagli intolleranti a questa sostanza. […]
[…] Insomma, il burro chiarificato può essere utilizzato per cuocere. Va detto, però, che è più grasso del burro standard. Un falso problema, in verità, dal momento che viene utilizzato in dosi molto ridotte. Infine, va segnalata la totale assenza di lattosio nel burro chiarificato, che può essere quindi assunto da chi è intollerante a questa sostanza. […]