Aperitivi e celiachia una relazione difficile.
Aperitivi e celiachia, ovvero una relazione molto difficile : sì, perché se finalmente si riescono a trovare ristoranti dove poter mangiare tranquillamente senza glutine, e se si riesce sempre più spesso fare colazione nei bar forniti di prodotti gluten free, è quasi impossibile fare un aperitivo senza glutine.
L’aperitivo, soprattutto in alcune parti d’Italia, è uno dei momenti di socialità più importanti, in particolare per cosiddetti giovani adulti.
Quale è esattamente il problema?
In realtà la situazione ha due aspetti, da una parte c’è le gestione dell’’ingrediente principale degli aperitivi, ossia alcolici, analcolici e cocktail, e dall’altra parte c’è la contaminazione da glutine degli alimenti che accompagnano l’aperitivo.
Iniziamo dagli alcolici.
I distillati che derivano dal processo di distillazione del liquido zuccherino fermentato di un ingrediente specifico non contengono glutine. Sono distillati grappa, cognac, brandy, acquavite, rum, cognac, calvados, il gin e il whiskey e altri.
Anche il whiskey e la vodka, anche altri distillati che derivano da cereali che contengono glutine, come orzo e segale, e sono consentiti ai celiaci e a chi deve eliminare il glutine, perché nel processo produttivo di distillazione il glutine si degrada nell’alcool.
I problemi possono sorgere se, oltre all’ingrediente principale, i distillati vengono aromatizzati, o trasformati, ad esempio in creme , come la crema di whiskey o le grappe e vodke aromatizzate ai vari frutti. In questo caso è assolutamente necessario leggere gli ingredienti e verificare che non ci sia glutine.
I liquori, diversamente dai distillati, sono bevande spiritose a base di zucchero, alcol e sostanze aromatiche che sono trattate attraverso macerazione, infusione o percolazione. Possono essere ricavati di una serie infinita di ingredienti: erbe, semi, piante, foglie, fiori, frutta, succhi di frutta, caffè, cioccolato ed anche uova e panna
Fanno parte di questa categoria ad esempio il mirto, l’amaretto, il nocino.
In generale, i liquori si prestano ad essere aromatizzati, colorati, miscelati e in questo caso aumenta il rischio della presenza di glutine negli ingredienti, per cui è obbligatorio leggere le etichette e conoscere il prodotto. I liquori sono anche molto usati come ingrediente nei cocktail.
Il vino invece è naturalmente senza glutine, mentre per la birra esistono ottime birre industriali e artigianali senza glutine.
L’ora degli aperitivi è anche il regno della mixology, ovvero della ricerca del cocktail perfetto.
È una tendenza relativamente recente, che cerca di far diventare il cocktail una bevanda d’autore, ricca di esperienze sensoriali.
Se andate in un locale che propone happy hour troverete tantissime proposte innovative, oltre i classici cocktail. Ma qui si insidia il pericolo.
È sempre più comune trovare pub o cocktail bar che addizionano le loro creazioni anche il con aromi, purè di frutta già preparati, sciroppi e altri ingredienti che potrebbero contenere glutine.
Il bartender dovrebbe conoscere alla perfezione nella formulazione tutti gli ingredienti che usa e quindi dovrebbe sapere se sono gluten free, ma non sempre le queste competenze sono così capilarmente diffuse.
Nel dubbio, a meno che non sappiate che il vostro bartender sia un vero esperto anche di intolleranze alimentari, buttatevi su qualcosa di semplice e sicuro, come un buon prosecco o una birra senza glutine.
Se proprio desiderate un cocktail, orientatevi verso il mojito (rum bianco, lime, zucchero di canna, menta fresca più soda e ghiaccio) , il gin tonic (gin, acqua tonica limone e ghiaccio), il cuba libre (rum chiaro, cola e succo di lime), la capirinha (cachaça, succo di lime, zucchero di canna e ghiaccio tritato), il martini (vermouth dry, gin, scorza di limone, ghiaccio).
Per gli analcolici vale quanto detto per gli alcolici, rimanete sul semplice: succhi di frutta o centrifughe appena fatti, niente sciroppi o aromatizzanti. Sanbitter e Crodino sono senza glutine, se volete una parvenza di cocktail, ma senza alcool.
Ovviamente un aperitivo non è tale se non è accompagnato da qualcosa di sfizioso da mangiare.
E qui si apre l’altro annoso capitolo, di cui abbiamo accennato sopra.Nella maggioranza dei casi non ci sarà quasi nulla da spizzicare senza glutine.
Se sarete fortunati potrete troverete qualche oliva, delle patatine che si spera non siano contaminate da glutine, e forse un pinzimonio.È vero che spesso ci sono salsine come hummus o altri intingoli che potrebbero essere senza glutine, ma non c’è nulla con cui poterli assaggiare, dei cracker o del pane gluten free.
Inoltre, quasi sempre, i piatti offerti durante gli aperitivi sono disposti sui banconi o sulla barra dove ogni cliente ogni si può servire. È quindi quasi impossibile evitare il passaggio delle briciole o di ingredienti con glutine tra i diversi vassoi e conseguentemente la contaminazione.
A questo punto facciamo un appello a barman, bartender e mixologist.
Esiste un’opportunità per differenziarsi, che è quella di offrire un buon aperitivo senza glutine e anche senza lattosio, e rispettoso di altre allergie e intolleranze alimentari, perché fino ad oggi non esiste la proposta interessante e concreta ad un bisogno che comunque esiste ed è sempre crescente.
Si può fare, basta solo formarsi, informarsi e organizzarsi, in compenso avrete una clientela affezionata e riconoscente.
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