Colon irritabile e celiachia:parliamone
Eliminazione del glutine? Per il colon irritabile bisogna fare di più
Ci sono molte cose che dovrebbe sapere chi soffre di celiachia e, contemporaneamente, della sindrome del colon irritabile. È chiaro, infatti, che eliminare il glutine non basta o altrimenti non ci sarebbero tante persone colpite da entrambe le condizioni. Cosa si dovrebbe fare allora? Secondo gli esperti, è necessario assumere anche i probiotici. Lo sapevate? Ma per quale motivo possono fare la differenza?
Molto spesso accade che il paziente celiaco soffra anche di colon irritabile: seguendo una dieta priva di glutine, può venire a mancare una percentuale di fibra solubile necessaria allo sviluppo del “microbiota” utile per prevenire le alterazioni della flora intestinale.
Da qui, si capisce già perché i probiotici possono rivelarsi un ottimo aiuto: sono indispensabili per generare un nuovo equilibrio, in particolare laddove sono presenti alterazioni della flora batterica, colpevoli di fastidi e dolori.
Il trattamento ideale per ristabilire l’equilibrio della flora intestinale e favorire il benessere dell’organismo
Secondo la grande maggioranza dei ricercatori italiani, una cura probiotica della durata di sei settimane, alternata a un periodo di pausa da stabilire in base al soggetto e al suo stato di salute, funziona perfettamente e consente di attenuare i fastidi e i dolori causati dalla sindrome del colon irritabile. Questo trattamento semestrale può comportare il corretto riequilibrio intestinale e aiutare al meglio anche tutti coloro che – per colpa della celiachia – devono seguire un’alimentazione priva di glutine.
È utile chiarire che seguendo una dieta gluten free ben strutturata e comunque ricca di fibre, la situazione di ogni paziente può comunque migliorare. Con pasti elaborati e completi di tutti i nutrienti necessari all’organismo, i fastidi dovuti al colon irritabile possono infatti diminuire. Tra l’altro, è stato verificato che, paradossalmente, questa sindrome non è solamente derivata dalla carenza di fibre (spesso provocata da una dieta scorretta): è persino strettamente connessa a una manifesta sensibilità al glutine. Ad ogni modo, resta il fatto che la sola eliminazione di questa proteina non è sufficiente a curare e donare salute e benessere alla flora intestinale.
Per contrastare la sindrome del colon irritabile, servono i probiotici giusti
Sì, un trattamento di sei mesi potrà fare la differenza, ma la farà ancor più se si andranno ad assumere i probiotici adatti. I Bifidobatteri e Lattobacilli sono i migliori in questo caso, in quanto raggiungono il tratto intestinale, ripristinandone l’equilibrio e svolgendo un’azione antinfiammatoria. In generale, i probiotici usati per contrastare la sindrome del colon irritabile (e non solo) svolgono un’azione di protezione e pulizia, proprio perché sono capaci di resistere in ambienti acidi, di superare le barriere rappresentate dai succhi gastrici e di combattere i batteri nocivi, ristabilendo l’equilibrio della flora.
Fortunatamente, i probiotici non sono dannosi per l’organismo e non presentano controindicazioni nemmeno nel lungo periodo.
Per cui, è possibile alternare cicli di assunzione a cicli di sospensione senza preoccupazioni, ma comunque seguendo le indicazioni di uno specialista. Infatti, la tipologia e le dosi di probiotici da assumere per alleviare i sintomi causati dalla sindrome del colon irritabile devono essere prescritte dal medico. In più, l’assunzione può avvenire sia attraverso determinati alimenti, che tramite la somministrazione di integratori sottoforma di compresse.